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Bisogna salvare dal degrado l’area di San Martino

5^ Municipalità Arenella/Vomero.

Bisogna salvare dal degrado l’area di San Martino è quanto dichiara -Armando Manzo – dirigente territoriale di FdI – che lancia un appello alle istituzioni affinché si intervenga con la massima celerità
I cedimenti di alcuni contrafforti del castello rappresentano un costante pericolo. San Martino presenta una delle situazioni più critiche di abbandono in città. Una realtà nota da tempo: già nel 2017 l’ex deputata Anna Maria Carloni presentò un’interrogazione parlamentare (rimasta senza risposta) evidenziando come l’incuria dell’area abbracci più livelli. A San Martino vi sono due musei, la Certosa e Castel Sant’Elmo: pur essendo contigui hanno gestioni separate, e per accedervi bisogna comprare due diversi biglietti. Una cannibalizzazione dell’offerta, con i turisti che devono scegliere quale sito visitare. Il castello è poi circondato da un ampio parco abbandonato. Noi di Fratelli d’Italia – aggiunge Manzo – abbiamo dato vita a un comitato civico al fine di sensibilizzare la Regione Campania, proprietaria dell’area sia finalmente resa fruibile dai cittadini. Letteralmente appoggiato al muro perimetrale del fossato del castello giace abbandonato un osceno abuso edilizio di due piani, in via Caccavello. Sembra assurdo che in un comprensorio sottoposto a vincoli di ogni genere possa accadere una tale follia, eppure sono quarant’anni che un ecomostro deturpa questo splendido angolo di città nell’indifferenza delle istituzioni. Così come sono anni che nel piazzale San Martino sia transennata con enormi contrafforti in legno la zona dove sorgevano le tipiche botteghe di coralli: anche in questo caso, intervenire spetta alla Regione, mentre è di competenza comunale l’indecente stato in cui versano le balaustre in marmo del piazzale e l’inizio delle scale della Pedamentina, spesso piene di rifiuti e in parte anch’esse transennate. È sconosciuto invece il responsabile dell’ex hotel su via Tito Angelini: il cantiere è incustodito al pari dell’inquietante gru che volteggia su di esso. In qualunque parte del mondo un albergo affacciato su un panorama mozzafiato varrebbe oro. Cosi come giace abbandonato, al pari del terzo livello dei giardini della Certosa: chiusi da decenni, rappresentano un immenso polmone verde con vista sulla città, e potrebbero diventare un parco urbano panoramico. Sono oggi un luogo inaccessibile che, come da noi testimoniato, cade lentamente a pezzi. Infine, è noto come San Martino sia di difficile accesso per caratteristiche orografiche. La sera il piazzale è soffocato da auto a causa di una Ztl mai istituita e da sempre richiesta dai residenti. Anche per tale motivo, durante la sindacatura Iervolino qui si immaginò la creazione della quarta fermata della funicolare di Montesanto. Il progetto, dal costo di circa 5 milioni di euro, avrebbe collegato anche viale Raffaello, rompendo l’isolamento di una strada densamente popolata ma non toccata dal trasporto pubblico. In pochi minuti migliaia di cittadini potrebbero raggiungere Montesanto con un interscambio per le linee flegree dell’Eav o la vicina Linea 1 a piazza Dante. Sarebbe stata una vera rivoluzione della mobilità. I lavori, di cui esiste una progettazione esecutiva, sono al momento accantonati per imprecisate ragioni; speriamo che la nuova amministrazione recuperi l’idea. La situazione di complessivo degrado appena descritta mortifica le potenzialità di questo incredibile patrimonio storico-artistico. Con la nuova sindacatura Manfredi, Fratelli d’Italia, con i suoi Parlamentari e soprattutto con il nuovo Ministro della Cultura si propone per l’istituzione di una cabina di regia fra Comune, Regione e Sovrintendenza per rilanciare uno dei luoghi più belli del mondo. Se messo a sistema, con un’offerta museale rinnovata, la presenza di aree verdi per la cittadinanza e con un’adeguata infrastruttura di trasporto, San Martino potrebbe essere ancor di più il gioiello di accessibilità, civiltà e cultura che la città merita.

L’ antico borgo di Antignano

Anche quest’ anno presso L’ antico borgo di Antignano si è’ conclusa la manifestazione che tramanda la tradizione il senso di appartenenza al territorio L’ esaltazione dei valori Cristiani . Infatti dal 1700 ad oggi si tiene una processione religiosa che in sintesi è così descritta : La processione è partita alle ore 8.00 dalla sede dell’Arciconfraternita in piazzetta Belvedere per raggiungere, attraverso via Annella di Massimo, il borgo di Antignano. Da lì, percorrendo via Luca Giordano e via Scarlatti, si è arrivati in piazza Vanvitelli per poi fare ritorno in sede. Il momento più importante del rito si è svolto a largo Antignano, dove avviene l’incontro tra la “Madonna e Gesù Risorto”.
L’antico rito prevede che sia il Crocifisso ad uscire per primo, la mattina di Pasqua, dall’Arciconfraternita. Dopo un lungo giro per le strade del Vomero la statua viene portata presso la chiesa di Santa Maria del Soccorso all’Arenella. Intorno alle 11 poi, da piazzetta Belvedere, seguono in processione la Madonna, Santa Maria Maddalena e San Giovanni Evangelista che si sono dirette in Largo Antignano. A Gesù, che nel frattempo è arrivato in Via Arenella, sono andate incontro Maria Maddalena e San Giovanni Evangelista che sono ritornati poi ad Antignano per comunicare – così come raccontano i Vangeli – alla Madonna la bella notizia della resurrezione.
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